“Chi vota la mozione di sfiducia su Cosentino è fuori dal partito”


“Chi vota la mozione di sfiducia su Cosentino è fuori dal partito”, tuona in queste ore Berlusconi. Quest’ultima grana proprio non ci voleva per le coronarie del Cavaliere. Dopo il caso Brancher, ministro non si sa di cosa che come primo atto si avvalse del legittimo impedimento, il caso Scajola, ministro che non si accorse che la sua casa “fu pagata in parte da altri”, il caso Bertolaso e la squallida vicenda del G8 in Sardegna, il presidente del consiglio si trova davanti una nuova grana.
Questa volta, però, tutto fa pensare che il problema sia molto più complicato. Ad essere tirati in ballo, infatti, sono personaggi di peso all’interno del PdL, i quali pare stessero creando una nuova loggia massonica, già soprannominata “P3”. Le accuse sono pesantissime: associazione per delinquere, corruzione, tentativo di condizionare l’operato di giudici, ecc..
Ciò che colpisce di questo nuovo avvenimento, però, è il cambiamento radicale di linea del premier. In occasione della vicenda Scajola, infatti, il Presidente del Consiglio aveva evidenziato dei segni d’insofferenza nei confronti dei suoi uomini (salvo poi ad affermare che si era dimesso “un ministro molto valido”), arrivando addirittura a minacciare il suo disimpegno in futuro. Adesso, ritornando su un terreno a lui più “congeniale”, il Cavaliere lancia strali nei riguardi dei giudici e, in particolare, di coloro i quali, all’interno del suo partito, vorrebbero che Cosentino e Verdini, per una questione di “opportunità politica”, facessero un passo indietro.
Sono in molti a credere, tuttavia, che questa storia testerà definitivamente la credibilità e la forza di ciascuno dei protagonisti, tutti interni al Pdl, e soprattutto ci farà capire cosa farà da grande Gianfranco Fini.
Chi sa cosa starà pensando in queste ore il “povero” Scajola, allo stato l’unico di quest’ultimo governo Berlusconi ad aver pagato dazio. Forse la sua colpa maggiore è quella di non averla fatta ancora più grossa: “quando ci si ubriaca occorre farlo con un buon vino”.

Giuseppe Iaconis

Pubblicato su “Agoravox” in data 14 luglio 2010