Lettera aperta al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca


Gentile Ministro Gelmini,
Le scrivo a proposito della riforma della scuola, da Lei più volte annunciata e che, ahimè, ha già avuto un primo riscontro normativo nel Decreto Legge 1 settembre 2008, n. 137. So che a Lei non piace parlare di “riforme”: all’inizio del Suo mandato ha affermato che “la scuola ha bisogno di un periodo di stabilità e non certo di riforme e controriforme”.
Purtroppo, però, a qualche mese di distanza, constato che si trattava di un’affermazione di circostanza, una delle tante frasi che vengono pronunciate sotto i riflettori delle telecamere per accattivarsi le simpatie di tutti. Concordo con Lei, però, quando afferma che il nostro sistema scolastico deve necessariamente fare dei passi avanti sia sul versante della qualità della formazione che sotto il profilo dell’azione educativa. Molti studi internazionali, oramai, avvalorano questa tesi.
Tuttavia, non sono convinto che i “mali” della scuola italiana siano riconducibili esclusivamente alla classe docente, alla quale, semmai, andrebbe riconosciuto il merito di aver sempre svolto il proprio compito con senso di responsabilità ed impegno.
Il nostro Paese, infatti, è divenuto una delle più importanti realtà socio-economiche del mondo anche grazie al contributo dato da centinaia di migliaia di docenti, i quali hanno formato decine e decine di generazioni riuscendo a far fronte, con spirito di sacrificio e attaccamento al lavoro, ai sempre più pesanti tagli di risorse e alle insopportabili carenze strutturali, specie nel Sud del Paese.
L’obiettivo finale che Lei si pone (che spero sia davvero quello di elevare la qualità dell’azione formativa) è condivisibile, mi lasciano molto perplesso le soluzioni proposte, le quali rischiano di ricacciare troppo indietro nel tempo il nostro sistema scolastico. Il ritorno al maestro unico, ad esempio, produrrà questo risultato proprio nella fascia d’istruzione in cui l’Italia regge ampiamente il confronto con le altre nazioni europee.
Sono in molti, oramai, a chiedersi con sempre maggiore insistenza come si può pensare di consolidare la conoscenza in specifici ambiti disciplinari (come ad esempio l’informatica) e poi proporre un ritorno al passato di questa portata. Il maestro unico andava bene nel tempo in cui c’è stato, nel frattempo, però, il mondo è cambiato. Nella società vi sono stati dei mutamenti epocali, ai quali gli insegnanti della scuola primaria si sono efficacemente adeguati attraverso un consolidamento di conoscenze, abilità e competenze in specifici ambiti disciplinari. Il contraccolpo in termini qualitativi che si determinerebbe con la “riforma” da Lei proposta sarebbe devastante per la nostra scuola primaria.
Gran parte dell’opinione pubblica italiana pensa che non sia questa la strada da seguire. Il miglioramento della qualità della formazione non si ottiene intervenendo in modo scriteriato proprio nel settore scolastico più efficiente e trascurando i veri problemi. Mi riferisco soprattutto alla scuola media, dove una riforma appare indispensabile, e soprattutto alla formazione universitaria. In quest’ultimo comparto, ad esempio, con l’avvento della didattica on line, numerosi operatori privati sono entrati nel lucroso “mercato” dell’istruzione universitaria, laddove, in molti casi, ciò che conta è la retta mensile, pagata la quale tutto diventa “possibile”.
Molte di queste realtà formative non si pongono l’obiettivo di dare un contributo positivo alla crescita culturale del Paese, ma perseguono solo ed esclusivamente un vantaggio economico. I laureati, che in numero crescente continuano ad essere sfornati da queste università, finiscono per entrare nel nostro sistema socio-economico con gli esiti che Lei può facilmente immaginare.
Se il Suo obiettivo finale è davvero il miglioramento della qualità del sistema formativo italiano perché non interviene per porre un argine a questo increscioso fenomeno? Riveda la Sua strategia Ministro, altrimenti saremo costretti a pensare che in realtà a Lei non sta a cuore la qualità della formazione.
Saremo costretti a pensare che qualcuno ha deciso di affidarLe questo delicato ministero in quanto Lei è diligente nell’eseguire istruzioni che rispondono soltanto ad esigenze di bilancio, che altri, lontano da Viale Trastevere, decidono facendo ricadere su di Lei la responsabilità politica.

Giuseppe Iaconis

Articolo pubblicato sulla rivista  “La tecnica della scuola” in data 21 settembre 2008