Sul taglio dei treni da e per la Calabria sconcertante risposta del Governo ad un’interrogazione del deputato Laratta


Manifestazione sindacale a Roccelle Jonica  16 gennaio 2012Recentemente l’on. Laratta, deputato calabrese, ha rivolto un’interrogazione al Governo sulla problematica relativa alla riduzione del numero dei convogli ferroviari notturni, a media e lunga percorrenza, che interessano la regione Calabria. La risposta del Governo, per bocca del sottosegretario ai Trasporti Guido Improta, può essere così riassunta:
“La riduzione della percorrenza dei treni notte, più costosi e meno frequentati, si è resa necessaria per procedere ad una parziale rimodulazione dei servizi offerti. Al riguardo occorre evidenziare che in Italia negli ultimi 10 anni, la domanda relativa ai treni notturni è scesa del 66%…”.

La motivazione fornita dal Governo è inaccettabile, anche in considerazione del fatto che Trenitalia è un’azienda che da decenni opera su un mercato sostanzialmente monopolistico, con una serie di vantaggi: nella prima fase, quella precedente la privatizzazione, i debiti venivano ripianati dallo Stato; nella seconda, successiva alla trasformazione in S.p.A., l’azienda ha potuto ristrutturarsi con tranquillità traendo il massimo profitto dal mercato e senza che nessun concorrente la disturbasse.
Se ne avessi l’opportunità, mi piacerebbe chiedere al sottosegretario se la motivazione da lui addotta è considerata dal Governo di cui fa parte in linea con alcuni importanti principi costituzionali che riguardano il diritto all’istruzione, alla salute, al lavoro e alla libera circolazione.
E, soprattutto, con il principio di uguaglianza previsto dall’art. 3, 1° comma, della Costituzione. Il quale, come si sa, nell’affermare che tutti i cittadini hanno pari dignità e sono uguali davanti alla legge implicitamente introduce il diritto alle pari opportunità di tutti i cittadini, a cominciare dal settore relativo alla mobilità.
E ancora, al dott. Improta, sottosegretario di Stato ai trasporti, vorrei ricordare che il 2° comma dell’art. 3 della Costituzione si spinge oltre, affermando che è  compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.

Se la situazione che stiamo vivendo non fosse davvero tragica, di fronte ad una motivazione del genere, meramente ragioneristica, ci sarebbe da ridere.
Dov’è la rimodulazione di cui parla il sottosegretario? Come mai in Calabria queste supposte razionalizzazioni si traducono sempre e soltanto in tagli?
Il calo della domanda relativamente ai treni notturni c’è stato, è vero, ma sulle tratte interessate dall’alta velocità (quella vera!), non certo nei collegamenti da e per la Scilia e la Calabria.

Chi ci guadagna in tutto questo? Come mai le ditte dei pullman non hanno tagliato i collegamenti notturni (anzi!) verso il Centro e il Nord del paese? Come mai gli aumenti delle tariffe dei pullman sono andate ben oltre gli incrementi del costo del carburante? E soprattutto come mai i massimi esponenti della politica e delle istituzioni regionali, di fronte ad uno scempio di questo genere, si limitano a diramare soltanto qualche comunicato stampa senza assumere delle iniziative di lotta veramente incisive?

Giuseppe Iaconis