Caulonia cittadina medievale da valorizzare


Sono rari i personaggi del mondo della politica, dell’informazione e del turismo che attualmente s’interessano di Caulonia. Forse nessuno. Eppure quest’antico centro situato sulla vallata dell’Allaro rappresenta, sia dal punto di vista storico che artistico, una delle risorse più importanti della Calabria.
Le stradine strette, i vicoli, le chiese antiche con i loro splendidi affreschi, i resti del Castello, le numerose piazze e piazzette, le porte urbiche e i caratteristici sottopassaggi, fanno di Caulonia uno dei più interessanti paesi della nostra Regione.
La rilevanza storico-artistica di queste attrattive è notevole. E’ il caso delle chiese del Rosario e dell’Immacolata, risalenti rispettivamente al 1540 e 1690, che rappresentano assieme all’affresco bizantino, più antico monumento della città, le testimonianze più suggestive. II centro storico è pressoché intatto ed ha in Piazza Mese, con i suoi palazzi medievali, l’attrattiva più bella.
Sulle origini di questo paese vi sono delle opinioni discordanti: qualche studioso ritiene che non abbia alcun collegamento con l’antica Repubblica di Kaulon della Magna Grecia; altri, invece, sostengono che a dare vita a Castelvetere (l’attuale Caulonia) furono proprio le persone sopravvissute all’ultima distruzione della Repubblica, decretata dai Romani nel 200 a.C.. Certo è che l’attuale Caulonia è una città medievale che conserva, quasi intatto, il suo enorme patrimonio artistico.
Passeggiando per le strade della cittadina, il visitatore incontra le testimonianze tangibili di tanti secoli di storia. E’ sufficiente un portale, un campanile, una casa per fargli ritornare in mente molti argomenti studiati sui libri di scuola.
Egli rimane affascinato dalle stradine tortuose, da cui partono i caratteristici vicoli che sbucano ora in qualche piazzetta, ora davanti a una chiesina, ora in qualche piccolo largo. Gli angoli delle case, così vicine che sembrano quasi accarezzarsi, fanno da cornice agli stupendi scorci panoramici sulla verde vallata dell’Allaro, mentre il mare, in lontananza, dà quel tocco d’azzurro che rende ancor più suggestivo il paesaggio. Il visitatore osserva in religioso silenzio tutto questo e rimane attonito davanti a tanta bellezza, quasi si vergogna di averla scoperta tardi, di non sapere che esistesse.
Poi, però, i suoi occhi cominciano a scorgere qualche crepa sui muri degli antichi palazzi, pezzi di intonaco che cominciano a staccarsi dai cornicioni e, soprattutto, qualche intervento di restauro “non felice”. Successivamente inizia a domandarsi se quel patrimonio riuscirà a resistere negli anni futuri, se potrà continuare ad ammirarlo, se altre persone potranno scoprire la sua bellezza e s’intristisce, pensa che non resisterà poiché la mano devastatrice dell’uomo è più pericolosa delle piogge e dei terremoti.
Caulonia ha bisogno di interventi urgenti per la salvaguardia delle sue attrattive e, principalmente, di una seria politica di tutela del patrimonio architettonico per evitare il suo depauperamento attraverso ristrutturazioni non corrette, oltre che, naturalmente, di un’azione promozionale incisiva su tutto il territorio nazionale.
Lo sviluppo turistico della Calabria è strettamente collegato alla nostra capacità di allungare la stagione turistica attraverso la messa a punto di un prodotto che non sia riconducibile soltanto alla risorsa “mare”, quindi commercializzabile anche nei mesi autunnali e primaverili. E’ necessario dare dei contenuti di cultura, arte e tradizioni alla nostra proposta turistica rendendo fruibili le enormi risorse di cui disponiamo, poiché il decollo di tale comparto non può avvenire soltanto per mezzo di spot televisivi. Questi ultimi generano grandi aspettative negli utenti, le quali vengono disattese proprio quando i turisti si recano a visitare centri come Caulonia, privi di segnaletica turistica, di uffici di informazioni, carenti nei collegamenti con gli altri paesi del comprensorio e privi di qualsivoglia politica di tutela del patrimonio architettonico.

Giuseppe Iaconis

Pubblicato sulla rivista “La Città del Sole” – Gennaio 1997