Allarme agriturismo


Anche nella nostra Regione l’agriturismo si è notevolmente sviluppato; numerose sono ormai le aziende agricole che hanno intrapreso anche quest’attività. L’aumento dell’offerta, però, se da un lato ha fatto registrare dei risultati positivi, poiché ha permesso alla Calabria di avvicinarsi, sotto l’aspetto quantitativo, ad altre importanti realtà del settore (Umbria, Toscana, Alto Adige, ecc.), dall’altro ha fatto sorgere qualche incertezza sulla qualità della nostra proposta agrituristica.
Infatti, accanto alle numerose aziende agricole che hanno integrato la loro attività con quella turistica – per rendere possibile il recupero dell’edilizia rurale e la salvaguardia del patrimonio ambientale e culturale – sono sorte, specie in questi ultimi anni, delle aziende in cui, nella migliore delle ipotesi, l’attività agricola risulta marginale rispetto a quella turistica. Viaggiando lungo le coste calabresi è facile imbattersi in «aziende agrituristiche» in cui l’attività agricola è pressoché inesistente. Oramai, con sempre maggiore frequenza, ci si ritrova davanti a strutture edilizie, situate a pochi passi dal mare, ristrutturate (sic!) senza tenere minimamente conto delle caratteristiche architettoniche delle stesse, quasi che lo scopo di quei lavori fosse non già il recupero e la riproposizione del patrimonio edilizio rurale, ma la realizzazione di moderne e «confortevoli» unità abitative realizzale per «altri fini», per non parlare degli spaziosi piazzali e delle larghe strade «adeguatamente» asfaltati, dei muri di cemento e dei «capienti» ristoranti.
È evidente che c’è in atto un’interpretazione a dir poco distorta della legislazione vigente in materia di agriturismo. Continuando di questo passo si rischia di far perdere credibilità alla nostra offerta e quindi impedire il decollo di un settore che ha tutti i requisiti di base (tradizioni, cultura, bellezze naturali e caratteristiche del territorio) per poter competere a livello nazionale ed internazionale.
A questo punto, sarebbe opportuno che l’Assessore all’agricoltura predisponesse un nuovo e più incisivo sistema di controlli per impedire, prima che sia, troppo tardi, la selvaggia proliferazione di questo fenomeno, che avrebbe degli effetti devastanti sul settore, ma anche per tutelare gli interessi di tutti gli agricoltori che svolgono con correttezza quest’attività.

Giuseppe Iaconis

Pubblicato sulla rivista “Calabria”- Aprile 1996