A proposito di graduatorie dei docenti


Caro direttore,
gli interrogativi che in questi giorni mi pongo sono molti. L’educatore dev’essere considerato alla stregua di qualsiasi altro operatore della scuola che svolge mansioni meramente esecutive? Quindi, nell’elaborazione delle graduatorie dei docenti soprannumerari (perdenti cattedra) occorre fare riferimento principalmente ad eventuali invalidità dell’insegnante. dei suoi familiari, al numero dei figli, oppure ai titoli posseduti e al voto con il quale sono stati conseguiti e, soprattutto, alle attività svolte all’interno dell’istituto e alle capacità dimostrate nello svolgimento delle stesse? L’obiettivo principale della scuola è quello di favorire lo sviluppo delle facoltà intellettuali e morali dei giovani, oppure quest’ultima rappresenta una specie di grande area di «parcheggio, per gente che non ha alcuna intenzione di migliorarsi e di migliorare gli allievi? Purtroppo le regole in base alle quali devono essere stilate le graduatorie, in Italia, poggiano principalmente su degli aspetti che prescindono dalle capacità, dalla serietà e dall’impegno nello svolgimento dell’attività di insegnante. Così accade che molti fra i docenti che svolgono con passione e competenza il loro lavoro, puntualmente, quando vengono stilate tali graduatorie, si trovano in coda alle stesse, perché altri – che spendono molto più tempo nello studio di ordinanze, leggi e “leggine” piuttosto che nello svolgimento del loro lavoro -, riescono a «sfruttare, tutte le “scappatoie” possibili collocandosi nei primi posti. E gli alunni? In questa fase è come se non esistessero. Questo potrebbe sembrare, a prima vista, un piccolo problema, ma in realtà non lo è, poiché la qualità della didattica è ricollegata anche a queste cose. Pertanto i criteri ai quali attenersi nella formazione delle graduatorie dovrebbero sempre più far riferimento al merito e sempre meno ad aspetti che, nel campo specifico, assumono un’importanza secondaria di fronte all’interesse principale rappresentato dalla necessità di educare e formare i giovani.

Giuseppe Iaconis

Pubblicato nella rubrica lettere de “L’Unità” in data 21 luglio 1995