Giugno critica la scelta degli esterni: “E’ più logico tornare alle urne”


BOVALINO – Il braccio di ferro tra il Presidente Morabito e i cinque consiglieri di maggioranza, che non condividono le sue scelte relativamente all’assegnazione delle deleghe, sembrava essere l’unico ostacolo al varo dell’esecutivo. In realtà, però, questo problema ha finito per nasconderne uno ancora più serio, che molti, con un’espressione eufemistica, definiscono “un problema di metodo”.
Autorevoli esponenti della maggioranza, appartenenti a diversi partiti, infatti, cominciano a manifestare il loro disappunto per il metodo seguito da Morabito, che mortificherebbe i consiglieri provinciali considerandoli  “qualcosa da nascondere – come ha spiegato ieri Santo Gioffrè su Calabria Ora -, però, stare in silenzio, non significa essere accondiscendenti…”. Ecco quindi profilarsi uno scenario all’interno del quale i cinque eletti che si oppongono alle scelte del Presidente, che sembravano isolati, in realtà hanno dei “sostenitori” proprio tra i consiglieri della stessa maggioranza, molti dei quali sono stati costretti a seguire la linea politica dettata dai loro dirigenti di partito senza peraltro condividerla.
Una linea politica che qualcuno definisce “in conflitto di interessi”, perché alcuni dei destinatari delle deleghe sarebbero proprio gli stessi dirigenti di partito che tale orientamento stanno caldeggiano.  Ai margini di un convegno svoltosi nella Locride abbiamo incontrato il consigliere Giugno, dell’Udeur, il quale ha affermato: “Stiamo assistendo ad una forzatura inaudita, che espropria l’eletto non soltanto della possibilità di ricoprire ruoli di governo, ma addirittura tende ad impedirgli di manifestare il proprio dissenso. Così facendo si finisce per relegare in secondo piano il  ruolo dei cittadini. Ci sono molti colleghi della maggioranza che condividono la nostra battaglia, ma non si espongono perché temono le ritorsioni dei partiti di appartenenza. La posizione dell’Udeur, invece, è molto chiara: noi siamo per la nomina di assessori interni, i nominativi non hanno alcuna importanza. Se non si dovesse trovare l’accordo in tempi brevissimi, mi pare che la conclusione più logica e rispettosa verso gli elettori sarebbe quella di tornare alle urne”.

Giuseppe Iaconis

Pubblicato sul quotidiano Calabria ora in data 23 luglio 2006