Al caffé con Prodi


La sera precedente avevo seguito in televisione la registrazione del suo intervento al Congresso nazionale del Pds e, quindi, domenica mattina (9 luglio ‘ 95), durante la Messa delle ore 9.30, non pensavo certo di incontrare il professor Romano Prodi. Il mio paese, Bovalino, è un piccolo centro della provincia di Reggio Calabria travagliato da una molteplicità di problemi (disoccupazione, criminalità organizzata, ecc.) che certamente non poteva costituire per il leader dell’ Ulivo un palcoscenico importante. Dopo la Messa mi sono avvicinato e l’ ho salutato. Mi ha risposto cordialmente e mi ha chiesto di indicargli un’ edicola (si trovava in Calabria in compagnia della moglie per partecipare, in un paese vicino, alle nozze di una sua parente). L’ho accompagnato di persona e successivamente siamo andati a bere il caffè in un bar. Non c’ erano telecamere e gionalisti, ma soltanto tante, tante persone comuni che si avvicinavano per stringergli la mano ed incitarlo a proseguire nel suo progetto: dare all’ Italia un governo stabile, rispettoso delle esigenze del mondo dell’ imprenditoria, ma anche molto attento verso i soggetti che vivono una vita disagiata. “Professore – gli ho chiesto – per lei questo dev’ essere un periodo molto stressante?”. “No – mi ha risposto -, a me piace stare in mezzo alla genteé E poi è utile, poiché soltanto parlando con le persone comuni si possono capire i loro problemi”. “Professore – gli ha chiesto un signore mentre eravamo nel bar -, se vincerà le elezioni, nel suo governo inserirà tecnici o politici?”. “Guardi, io voglio fare un governo che duri 5 anni e non due mesi. Pertanto, vanno bene i tecnici a patto che si sottopongano, attraverso le elezioni, al giudizio politico degli elettori”. Di quell’ uomo mi ha colpito il nuovo e diverso approccio alla vita pubblica, che poggia sulle piccole cose, sul contatto diretto con la gente e, soprattutto, su un comportamento rispettoso ed attento ai problemi delle persone più umili. Insomma, un metodo lontano anni luce dalla politica fatta di immagini studiate nei ‘ particolari’, musiche assordanti e promesse ingannevoli che hanno caratterizzato le ultime elezioni politiche.

Giuseppe Iaconis – Bovalino (RC)

Pubblicato su “La Repubblica” – Rubrica lettere – in data 15 luglio 1995