Art. 18, ecco la possibile soluzione


Una soluzione ci sarebbe per mantenere l’impianto della norma voluta dalla Fornero e nello stesso tempo scongiurare il pericolo del proliferare dei licenziamenti per motivi “economici”

In questi giorni si discute tanto della proposta di modifica dell’art. 18 dello Statuto dei lavoratori elaborata dal Governo, in particolare dei licenziamenti per motivi economici. Tale proposta, com’è noto, è avversata dai sindacati, in quanto, secondo loro, nel caso concreto sarebbe pressoché impossibile accertare se dietro un licenziamento, apparentemente per motivi economici, si nasconda in realtà un’altra motivazione. L’opposizione del mondo sindacale, quindi, non è tanto riconducibile al fatto che la normativa non preveda il reintegro, quanto al possibile rischio che tutti i licenziamenti, anche quelli disciplinari e discriminatori, vengano presentati come economici. Si tratta di una preoccupazione condivisibile che dà luogo ad una legittima opposizione.

In realtà una soluzione ci sarebbe per mantenere l’attuale assetto della normativa e nello stesso tempo scongiurare il pericolo del proliferare dei licenziamenti per motivi “economici”. Basterebbe introdurre una norma che preveda una sorta di “precedenza”, da far scattare in caso di nuove assunzioni e nei successivi cinque anni, a vantaggio del lavoratore licenziato. In definitiva, il datore di lavoro, negli anni seguenti al licenziamento, non dovrebbe introdurre alcuna forma di lavoro straordinario o assumere altri dipendenti senza aver prima richiamato al suo posto il lavoratore licenziato per motivi economici. Questa semplice disposizione, abbinata ad un congruo indennizzo, potrebbe rappresentare un intelligente compromesso capace di mettere tutti d’accordo.

Giuseppe Iaconis