“Emigranti”, di Francesco Perri, è un capolavoro della letteratura italiana che merita di essere letto e riletto, per capire il passato, per capire il presente…


Ho letto, e riletto, con occhi maturi e attenti “Emigranti”, di Francesco Perri. Un romanzo pubblicato per la prima volta da Mondadori nel 1928 e ripubblicato altre volte, l’ultima delle quali da Rubbettino, nel 2021. Il libro narra le vicende dei Pandurioti, abitanti di Panduri (l’odierna Careri), molti dei quali non riuscendo a impossessarsi delle terre demaniali, che legittimamente gli spettavano, decisero di emigrare in America in cerca di fortuna.

Francesco Perri, quando era ancora uno studente universitario, rientrato in Calabria per un breve periodo, non esitò a fare sua la lotta dei contadini del paese natio (Careri) e ne prese parte in prima persona. Per questa ragione, nel 1921, subì un processo che determinò un contraccolpo negativo nel suo percorso di studi.

Alla storia principale, l’autore intreccia le vicende di vita delle donne e degli uomini di alcune famiglie di Panduri (Blefari, Varvaro…), illustra nei dettagli i luoghi, le tradizioni, i valori e gli eventi lieti e tragici.

Il lettore viene trascinato nella storia, quasi ne diventa parte attiva: la vive, la sente sua, percepisce gli odori, i sapori, le sofferenze…

La lettura delle pagine che narrano dell’alluvione – da cui derivò un evento franoso che generò distruzione e dolore – catapulta il lettore dentro al tragico evento: il cuore inizia a fare i “capitomboli nel petto”, la commozione prende il sopravvento e la lettura si fa dapprima più lenta e, dopo un po’, più veloce, nella speranza che le pagine successive regalino una lieta conclusione.

«Fuori l’acqua infuriava senza posa.

Tra il rombo ininterrotto del vento, s’udiva il crepitìo delle raffiche che passavano sui tetti rabbiose, suscitando nei solai, attraverso gli usci, sui comignoli, delle voci lunghe e lamentose come guaiti di animali sofferenti.

Nelle pause, il ruscellar delle grondaie, monotono, accidioso, si univa al clamore dei torrenti e alla voce lontana del mare che riempiva tutta la notte».

“Emigranti” è un capolavoro della letteratura italiana, che fa di Francesco Perri un precursore nella narrativa riguardante il fenomeno migratorio. Quasi tutti gli scrittori che hanno approcciato questo tema, nel passato e nel presente, si sono ispirati a lui.

E’ un libro che merita di essere letto e riletto, per capire il passato, per capire il presente…

Giuseppe Iaconis