Expo di Milano, vi racconto la mia esperienza


expo fruttaSe lo scopo dell’Expo di Milano era quello di “riflettere e confrontarsi sui diversi tentativi di trovare soluzioni alle contraddizioni del nostro mondo” (paesi in cui si muore di fame e paesi in cui si muore per cattiva o eccessiva alimentazione) direi che l’obiettivo è stato miseramente perso di vista dagli ultimi Governi che hanno gestito l’evento. Basti pensare alle imbarazzanti presenze di aziende che propongono cibi e bevande non certamente salutari e, cosa da non sottovalutare, ai prezzi stratosferici praticati. In sintesi l’Expo che ho visto io può essere riassunta in questi termini:

-presenza di moltissime zanzare e moscerini in ogni punto dell’esposizione (come mai non sono state adottate le adeguate contromisure!?);
-poco cibo di qualità e soprattutto informazioni su quest’ultimo pressoché inesistenti;
-sulle bancherelle di legno, posizionate nella grande area centrale, sotto le enormi tende bianche, c’è soltanto cibo di plastica. Sì, proprio così: salsicce di plastica, carne di plastica, frutta di plastica… se non fosse tragico (considerati i miliardi di euro spesi), ci sarebbe da schiattare dalle risate;
-nei padiglioni non c’è cibo né spiegazioni sui prodotti tipici dei vari paesi.

Due esempi per tutti:

  1. nel padiglione della Cina ci sono cinque ombrellini cinesi, due distributori di bibite, una sala piena di bastoncini illuminati e un’imitazione della Gioconda di Leonardo (che cosa ci azzecca con la Cina è un mistero);
  2. nel padiglione dell’Italia vengono proiettati dei bellissimi video sulle più importanti località turistiche del paese, delle foto e ad un certo punto viene proposta una grande mappa tridimensionale dell’Europa senza l’Italia, con su scritto “come sarebbe il mondo senza l’Italia”.

La sensazione che si ricava visitando l’esposizione universale è la seguente: i vari paesi del mondo, considerato il taglio dato dai nostri Governi all’evento (molto chiaro con la scelta degli sponsor Coca Cola e Mc Donald’s), hanno snobbato, forse giustamente, l’iniziativa.

L’unica zona dove si trovavano dei punti di ristoro tipici (ma solo per fini commerciali e non educativi) è l’area riservata alle regioni italiane, ma si tratta di veri e propri self service, nulla di più. Vi propongo a titolo esemplificativo qualche prezzo:
-arancino 5 euro;
-cannolo siciliano 5 euro;
-mini porzione (10 X 10 cm) di parmigiana calabrese 10 euro;
-trancio di pizza 7 euro.

Se a tutto questo ci aggiungiamo il rincaro enorme delle tariffe alberghiere, che in qualche caso sono addirittura aumentate del 100%, si può concluderee che l’Expo è soltanto una grande speculazione, oltre che una formidabile presa per i fondelli.

P.S.
La frutta che vedete nella foto è tutta di plastica, se capitate da quelle parti non provate ad addentarla!

Pubblicato su:

-AgoràVox in data 31 luglio 2015