Nucleare, le risposte non date e gli interessi nascosti


Gli incidenti nucleari presso la centrale di Fukushima, prodotti dal violento terremoto che ha colpito il Giappone, hanno riacceso il confronto tra i sostenitori dell’energia atomica e coloro che la contrastano con determinazione.
Da una parte ci sono personaggi – qualcuno anche autorevole, come il Commissario all’energia dell’Unione Europea, Guenther Oettinger – che parlano senza mezzi termini di apocalisse. Dall’altra, invece, c’è chi sostiene che si tratta di un incidente di modesta entità, circoscritto all’area geografica in cui si è verificato. C’è chi accelera la transizione verso le rinnovabili, parlando apertamente della necessità di chiudere alcune centrali nucleari (Merkel, Obama), e chi si conferma sostenitore di questa discutibile soluzione energetica. Tra questi ultimi figura il nostro presidente del consiglio. I reattori giapponesi, secondo Berlusconi e il suo governo, sono di prima generazione e pertanto il loro sistema di raffreddamento, esterno, sarebbe andato in tilt a seguito dell’azione del terremoto prima e dello tsunami dopo. Le centrali che dovrebbero essere costruite in Italia, di terza generazione, avrebbero un sistema di raffreddamento interno e, quindi, sarebbero pressoché inattaccabili da eventi di questo tipo.
Ma come si è arrivati ai reattori di terza generazione e alla progettazione di quelli di quarta, che saranno realizzati tra il 2030 e il 2040?
La risposta è semplice: la tecnologia successiva veniva concepita sulla scorta dei difetti evidenziati dalla precedente.
A questo punto sorgono spontaneamente alcuni interrogativi. Quali sono gli inconvenienti palesati dalla terza famiglia di centrali atomiche? Perché si sta lavorando alla quarta tipologia di reattori se la terza è così perfetta? Perché acquistiamo delle centrali nucleari di terza generazione, le quali, nel momento in cui diverranno operative, saranno già superate? Chi venderà i reattori all’Italia? E, soprattutto, perché sono state tagliate le risorse alle rinnovabili?
Qualcuno dovrebbe dare delle risposte serie e rassicuranti ai cittadini. La storia recente del nostro paese ci insegna che i mercenari, pur di arricchirsi, non si fermano davanti a nulla.
Non vorrei che qualcuno, tra venti o trent’anni, nell’intento massimizzare i propri guadagni, ci proponesse l’acquisto dei reattori di quinta o sesta generazione, sostenendo che la nuova tecnologia è in grado di scongiurare i guai prodotti dalla terza, a quel punto, ahimé!, già sperimentata sulla nostra pelle.
Purtroppo però, qualora si verificasse quest’ultima ipotesi, gli italiani non potrebbero chiedere conto all’attuale premier, al quale – pur augurandogli una lunga vita terrena – a quel punto potrebbe essere rivolto soltanto il perdono divino, ovvero, se non si è credenti, delle feroci imprecazioni.

Giuseppe Iaconis

Pubblicato su “Agoravox” in data 18 marzo 2011