Turismo nella Locride: non bastano le iniziative promozionali per rilanciare definitivamente il comparto


Le problematiche connesse allo sviluppo turistico della Locride sono da anni al centro di un lungo dibattito che ha coinvolto imprenditori, amministratori e politici. Tuttavia, nonostante la buona volontà dimostrata da qualche associazione di settore, ancora non si è riusciti a dare il via al decollo definitivo di questo importante comparto economico. A volte si ha l’impressione che gli addetti ai lavori sopra menzionati stentino a trovare il bandolo della matassa.
E cosi di tanto in tanto si è costretti a registrare le sacrosante proteste degli operatori all’indirizzo di amministratori locali e regionali. Proprio in questi giorni la Jonica Holiday (Associazione degli albergatori della Locride) ha denunciato la perdita di circa 1.000 posti letto. Il che equivale a dire un aumento della disoccupazione di qualche centinaio di unità, tra settore alberghiero e indotto. Tutto questo accade proprio nel momento in cui, sia a livello regionale che locale, si registra un certo fermento nel campo della promozione turistica. La Calabria, infatti, in questi ultimi anni ha preso parte a tutte le più importanti borse del turismo, con stand ben curati, e pubblicizzato costantemente le nostre località sulle più importanti reti televisive. Ciò nonostante i dati a nostra disposizione dicono che la Locride regredisce.
Ma quali sono i veri mali del turismo locrese? Quali potrebbero essere le strategie da porre in essere per il definitivo sviluppo del comparto?
L’errore principale consiste proprio nel fatto di aver basato la politica turistica essenzialmente sulle iniziative promozionali. Tutto ciò, se da un lato ha valorizzato le innumerevoli attrattive storico-artistiche e naturalistiche presenti sul territorio, dall’altro non ha favorito lo sviluppo della seconda ed importante componente dell’offerta turistica: i servizi (trasporti, ricettività, accoglienza ed assistenza) che consentono la fruizione di tali risorse storico-artistiche e naturalistiche.
Gli interventi promozionali, infatti, oltre a far aumentare i livelli di notorietà, finiscono per generare nell’utenza grandi aspettative, soprattutto per ciò che attiene la qualità dei servizi e dell’ambiente. Questo significa che il sistema turistico deve aver preventivamente predisposto i meccanismi necessari al soddisfacimento delle attese da esso stesso generate per mezzo dell’azione propagandistica.
E’ evidente, pertanto, che un’accorta politica turistica non deve trascurare il problema del miglioramento della qualità dei servizi che, a sua volta, è possibile soltanto attraverso l’innalzamento del livello di professionalità degli operatori.
Ecco allora che la formazione del personale e l’attività di verifica del suo livello di professionalità acquisiscono una grande importanza ai fini dello sviluppo del settore. In assenza di tale componente non si è in grado di soddisfare le aspettative dell’utenza e, di conseguenza, questo causa una perdita di credibilità dell’offerta.
Nella realtà, però, non ci sembra che la rete ferroviaria, i collegamenti con pullman di linea e, più in generale, le strade calabresi allo stato attuale favoriscano lo sviluppo del settore. Così come non ci sembra che gli addetti all’accoglienza e all’assistenza turistica possiedano un adeguato livello di competenza: negli alberghi di medio livello, ad esempio, le conoscenze linguistiche del personale addetto alla reception e al reparto ristorazione risultano marginali. Inoltre, l’attenzione prestata verso l’ambiente e la tutela del patrimonio storico-artistico appare decisamente insufficiente.
Sarebbe opportuno, invece, che si ponesse maggiore attenzione alla formazione del personale specializzato (interpreti, guide, accompagnatori, direttori tecnici, direttori d’albergo, ecc.); che si impedisse ai soggetti non abilitati di esercitare abusivamente le professioni di guida e accompagnatore turistico; che venissero aumentati e migliorati i collegamenti a mezzo pullman con i centri di interesse storico-artistico; che, attraverso un’opportuna politica di incentivazione, si facesse in modo che tutti gli agenti di viaggio si dotassero di moderni sistemi telematici, in modo da fornire agli utenti servizi in tempo reale; che si migliorassero i collegamenti con gli aeroporti; che si valorizzasse e si proteggesse maggiormente l’ambiente, in modo da permettere un corretto sviluppo di altri segmenti turistici, come l’agriturismo e il turismo verde; e infine che venissero aumentati i controlli sull’attività degli operatori del settore.
Ne consegue che la politica turistica regionale e locale dovrebbe trovare il giusto equilibrio tra le risorse impiegate nelle iniziative promozionali e quelle destinate a creare le condizioni per il miglioramento della qualità dell’offerta. Uno squilibrio degli investimenti a favore della promozione, che non sia accompagnato dalla capacità di mettere a punto dei servizi pienamente rispondenti alle aspettative dell’utenza, potrà determinare qualche effetto positivo a breve termine, ma contemporaneamente rischia di provocare una perdita di credibilità della proposta turistica, che produrrà i suoi effetti negativi nel medio-lungo periodo.

Giuseppe Iaconis

Pubblicato sul settimanale La Riviera