Come cambia la formazione turistica


Si sta discutendo finalmente un’ipotesi dì ristrutturazione del sistema formativo che coinvolge l’Assessorato al Turismo e quello alla Formazione. Soltanto attraverso una sinergica azione tra operatori turistici privati, pubblici e scuole sì può risolvere l’annoso problema della formazione professionale turistica.

Non c’è dubbio che il problema della qualificazione dell’offerta turistica è strettamente collegato a quello della formazione, in quanto una maggiore competenza professionale si traduce immediatamente nel miglioramento dei servizi turistici, così come non c’è dubbio che i corsi regionali di formazione professionale, in Calabria, non sono riusciti a dare al mercato la professionalità che richiede, contribuendo al regresso del settore
Tuttavia, occorre evidenziare che, oltre agli inadeguati corsi regionali, il panorama formativo calabrese include delle scuole ad indirizzo turistico, gli Istituti Alberghieri e l’Istituto Tecnico Statale per il Turismo di Marina di Gioiosa Jonica (unico nel suo genere in Calabria), che ormai da anni «sfornano» giovani competenti, grazie ai quali, forse, la débacle del turismo calabrese non è risultata ancora più grave.
Finalmente, in queste ultime settimane, si comincia a parlare della questione in termini progettuali. Infatti, gli assessori regionali al turismo e alla formazione professionale starebbero discutendo un’ipotesi di ristrutturazione del sistema formativo turistico. Ed è proprio a questo dibattito che, in qualità di operatore scolastico del settore, intendo fornire degli elementi di riflessione.
La progettazione di un nuovo piano di formazione professionale dev’essere necessariamente preceduta da un monitoraggio delle potenzialità esistenti sul territorio in termini didattico-formativi e da un attento studio delle esigenze del mercato turistico calabrese, al fine di orientare la formazione alle reali necessità del settore.
Il turismo presenta delle peculiarità molto diverse da quelle di qualsiasi altro settore, poiché richiede un elevato bagaglio culturale, delle ottime conoscenze linguistiche, capacità di comunicazione e una buona conoscenza tecnico-giuridica. Pertanto, il problema del miglioramento della professionalità turistica non può essere risolto soltanto attraverso corsi di formazione professionale, poiché, come abbiamo visto, il settore richiede oltre a specifiche specializzazioni una professionalità di base ampia e flessibile ma ad indirizzo specifico.
I corsi di formazione difficilmente produrranno le competenze richieste dal mercato del lavoro se non poggeranno su una solida istruzione di base orientata verso il settore.
Non si può pensare di poter formare, ad esempio, dei bravi «Direttori Tecnici» d’agenzia facendo frequentare ad un diplomato di qualsiasi scuola (Magistrale, Liceo Scientifico, I.T.C., ecc. ) un corso di formazione professionale, in quanto la conoscenza degli elementi basilari della specifica professione è determinante al fine del raggiungimento di un ottimo livello di specializzazione. Infatti, è lavorando su buone conoscenze linguistiche, di Tecnica turistica, Legislazione turistica, ecc., che si riesce a raggiungere questo risultato. Ciò vale, ovviamente, per tutte le altre professioni turistiche: guida, interprete, direttore d’albergo, banconista d’agenzia, ecc.
È evidente che le scuole ad indirizzo turistico possono, e debbono, diventare un importante punto di riferimento nella formazione di professionalità turistiche, attraverso la creazione di corsi di specializzazione post-secondari che orientino quel grande bagaglio di conoscenze di base verso dei segmenti di mercato specifici, tenuto conto delle esigenze degli operatori del settore, pubblici e privati che siano. Si tratterebbe, in questo caso, di dare un «ultimo tocco» al vasto lavoro già orientato ma non specializzato. Il «prodotto» sarebbe sicuramente di elevata qualità.
Qualsiasi progetto di formazione professionale nel settore turistico deve poggiare su una sinergica azione tra operatori pubblici, privati e scuole ad indirizzo specifico, soltanto così sarà possibile ottenere un miglioramento qualitativo della nostra offerta turistica che ci permetta di porre rimedio ad una situazione fortemente negativa che si trascina ormai da anni e che ha nell’improvvisazione e nel malgoverno le sue fondamenta.

Giuseppe Iaconis

Pubblicato sulla rivista “Calabria” – Gennaio 1995