Bovalino, a pochi giorni dalla presentazione delle liste c’è grande fermento negli ambienti politici


La crisi della giunta Carpentieri, anche se non si può definire inaspettata, ha scombussolato lo scacchiere politico bovalinese, poiché è crollata proprio nel momento in cui sembrava destinata a proseguire la sua corsa sino al 2006.
La decisione di abbinare la consultazione amministrativa alle regionali del 4 aprile e, di conseguenza, i tempi molto ristretti hanno messo fuori gioco quanti avevano intenzione di progettare delle iniziative articolate da sottoporre all’attenzione degli elettori. Tuttavia, il dato che stupisce, e che sembra in contraddizione con la situazione venutasi a creare, è proprio il proliferare delle liste. Si prevede infatti che in questa tornata elettorale il loro numero possa addirittura risultare superiore alla precedente.
Come può essere spiegato tutto ciò? Perché il numero degli aspiranti alla poltrona di primo cittadino cresce nonostante il paese conti poco più di cinquemila votanti? Non sarà mica perché la candidatura a sindaco consente di sottrarsi agevolmente alla verifica della propria forza elettorale? Verifica che invece, grazie alla preferenza unica, è automatica e precisa nei confronti di chi si candida alla carica di consigliere comunale.
Sono in molti ormai in paese a condividere questa tesi, qualcuno addirittura ha effettuato degli studi statistici incrociati sui risultati relativi alle ultime competizioni elettorali (comunali e provinciali) che hanno visto impegnati, direttamente o indirettamente, alcuni dei possibili candidati alla carica di  sindaco. I risultati di questo studio sembrano confermare tale ipotesi. Se questo è vero non c’è da stare allegri, poiché è proprio attraverso il consenso elettorale che si misura il livello di fiducia nelle doti umane, professionali e politiche dei candidati alla carica più importante.
L’altra questione che suscita molte perplessità nell’opinione pubblica bovalinese è rappresentata dal modo in cui vengono formate le liste. Sembra quasi di essere al mercato con candidati che girano a destra e a manca proponendosi al migliore offerente prescindendo dalle affinità politiche e culturali. Il rischio concreto a questo punto è quello di ritrovarsi con delle compagini eterogenee, formate da persone con differenti visioni politiche che condizioneranno negativamente la futura azione amministrativa. Le esperienze del passato sembra non abbiano insegnato nulla, così si approntano liste attingendo a realtà politico-culturali profondamente diverse tra loro, con il risultato che un istante dopo le elezioni i partiti, che oggi sembrano fare un passo indietro, ne faranno due avanti creando gruppi e gruppetti che avranno come unico obiettivo l’accrescimento della propria forza contrattuale nella fase di assegnazione delle deleghe; non esiteranno a minacciare crisi, dimissioni o altro genere di conseguenze se all’area politica di appartenenza non sarà assegnato questo o quel ruolo, questa o quella delega che gli consentirà di acquisire una certa visibilità da spendere in futuro, magari in competizioni elettorali più importanti.
No, non è questa la strada da seguire per garantire il necessario sviluppo e benessere alla comunità bovalinese. Forse sarebbe meglio che le forze politiche trovassero il coraggio di presentarsi con i loro simboli, i loro militanti e simpatizzanti, poiché così facendo sarebbe garantita l’omogeneità e quindi la governabilità.

Giuseppe Iaconis

Pubblicato nel mese di marzo 2005