Ancora una triste riflessione sull’esame di Stato…


Il gravoso impegno degli esami di Stato, finalmente, sta per concludersi. Dovrei esser lieto, tra qualche giorno inizierà un periodo di riposo che mi porterà (lo spero davvero!) “lontano” dal mondo scolastico. Un mondo che continuo ad amare nonostante negli ultimissimi lustri ha finito per violentare, ripetutamente, i principi e i valori in cui ho sempre creduto.
In questi giorni mi sono chiesto e richiesto quale sia il peggior messaggio che possa esse dato ai giovani nell’attuale momento storico. Credo di avere la risposta: far sorgere in loro il convincimento che lavorare, con impegno e spirito di sacrificio, non serva a nulla. Questi tristi pensieri fanno riecheggiare nella mia mente la sagge parole di un nostro conterraneo: “La disperazione peggiore che possa impadronirsi di una società è la convinzione che vivere rettamente sia inutile” (Corrado Alvaro).
Questa triste riflessione, però, non va intesa come una resa, una rassegnazione che porta all’abbandono definitivo dell’unica strada in grado di garantire il rilancio di una terra e di un popolo afflitti da molteplici criticità.
In questo momento il mio pensiero va a tutti i ragazzi che in queste settimane hanno sostenuto l’esame di Stato con serietà ed impegno. Cari ragazzi, se i risultati ottenuti non soddisfano le vostre aspettative, se le dinamiche di un esame di Stato (che da anni e da più parti vengono messe in discussione) si sono rivelate dannose nei vostri riguardi, o peggio, se vi sentite vittime di un sopruso, non vi abbattete, ma intensificate i vostri sforzi. Soltanto così potremo sperare, in un futuro non troppo lontano, di infoltire le fila di quel piccolo esercito fatto da coloro i quali non si rassegnano a vivere in un mondo ingiusto.

Giuseppe Iaconis